martedì 9 gennaio 2024

Barolo Vigna Rionda Riserva 2016 Massolino Etichetta Nera

 


Vigna Rionda, il mito delle vigne in Serralunga D'Alba, il Cru più pregiato e ambito.
Documenti del medioevo del marchesato di Saluzzo, lo menzionano come terreno eccezionale per l'uva. 
Nel 1340 viene venduto alla famiglia Falletti, grande protagonista della storia del Barolo.
Dopo quasi 500 anni, nel 1860, passa all'Opera Pia di Barolo e dopo varie cambi di proprietà, diviene la vigna per eccellenza della Cantina Massolino nel 1956.
Il vigneto dalla particolare forma rotonda, da qui il nome Rionda, è caratterizzato dai peculiari suoli della Formazione di Lequio, ovvero una complessa stratificazione di sabbia arenacea alternata a marne grigie. Le parcelle di proprietà si elevano ad una quota intorno ai 300 metri sul livello del mare: le viti contano età prossime o superiori ai 45 anni e, avvantaggiate da un perfetto equilibrio termico e idrico, portano a perfetta maturazione il Nebbiolo attraverso un ciclo vegetativo decisamente lungo, godendo di escursioni termiche notevoli e costanti.



Dalle uve provenienti da questa meravigliosa vigna, per celebrare l'eccezionale annata 2016, Massolino ha creato questa bottiglia esclusiva. 
La fermentazione e la macerazione in tini di rovere, hanno una durata di circa un mese, si procede poi con lo svolgimento della malolattica.
Matura in botti grandi di Slavonia per quasi 4 anni, e affina in bottiglia per altri 24 mesi.


Vigna Rionda Etichetta Nera è una riserva unica, con grande prospettiva d’invecchiamento, ma già da ora si possono gustare mille sfaccettature di sapori e odori, la potenza del Barolo con frutti e fiori rossi, il tabacco, le spezie, il cacao, per chiudere con una lunghissima persistenza.
Elegante, equilibrato, godurioso, destinato a far godere il palato per i decenni a venire, ma già adesso pronto ad allietare meravigliosamente qualsiasi momento in cui vorrete aprirne una bottiglia.

Evoè!

 

 

sabato 14 gennaio 2023

Primitivo di Gioia del Colle Polvanera "17" 2018

A Gioia del Colle, nello storico territorio di nascita del Primitivo, dove l'Abate Indellicati nel XVIII° secolo lo selezionò per primo come vino da messa perché maturava prima (da qui il nome Primitivo) ed era così al riparo dalle malattie e piogge di settembre, nasce il "17", superba versione della Cantina Polvanera.
Altra particolarità che ne decretò l'immediato successo, è l'alta gradazione alcolica, che lo conserva a lungo.
Infatti "17" è riferito al contenuto di alcol contenuto nella bottiglia, che è un valore decisamente alto, ma che in questo maestoso Primitivo si integra perfettamente nel complesso di sentori che esprime.

Da viti ad alberello di 70 anni, con una bassa resa, una media di 30 ettolitri per ettaro, non fa legno ma compie una macerazione di 4 settimane e un affinamento in acciaio di 2 anni, prima di passare un altro anno in bottiglia per poi poter essere messo in vendita.
Nel calice è rosso porpora, intenso, luminoso.

Al naso è intenso ma elegante, i sentori di confettura di ciliegia si fondono con la liquirizia, mirto, alloro, tabacco e balsamico.
In bocca è possente, morbido, carezzevole, con una sorprendente freschezza, sapido con un finale lunghissimo, sorprendentemente infinito e persistente.
Una magnifica versione del Re dei vitigni pugliesi.
Evoè!







 

sabato 22 ottobre 2022

Consorzio Tutela Lugana Doc e Identità Golose

 

Durante la Milano Wine Week, si è svolto presso l'elegante location del ristorante Identità Golose, l'incontro fra il Lugana Doc e la raffinata cucina dello Chef Roberto Stefani del Tancredi di Sirmione, a cura del Consorzio Tutela Lugana Doc che ha avuto la benevolenza di invitarmi.
A precedere la cena, una Masterclass tenuta da Chiara Giovoni, ha illustrato le particolarità pedoclimatiche del territorio del Lugana Doc.
L'area del Lugana Doc giace all'80% in Lombardia e per il restante in Veneto, attualmente copre circa 2500 ettari di territorio vitato e produce 27 milioni di bottiglie.
I terreni sono soprattutto argillosi, con una piccola fascia di argilla e sabbia e danno origine a vini attuali, freschi e profumati, salini e minerali, adatti a incontrare la giovane cucina Fusion moderna. 

Le cantine protagoniste della serata, in rappresentanza dei 208 soci, erano:

Sartori con La Musina 

Sguardi di Terra con Scapuscià 

Citari con Conchiglia

Montonale con Montunal e Orestilla presentati da Roberto Girelli nella doppia veste di enologo della Cantina e rappresentante del Consorzio di Tutela del Lugana Doc.

Questo il menù proposto dallo Chef, fra cui spiccava il goloso e raffinato Granchio reale, patata viola, Lugana e caviale Calvisius, una vera tentazione per il palato.
La sequenza delle portate, abbinate ai vini del Consorzio, ha sottolineato una volta di più quale è la vocazione del Lugana, pronto ormai per accontentare e rendere ancora più godibili, i piatti che interpretano uno stile di cucina nuovo, moderno, coevo, che guarda al crogiolo di stili che la compongono, da quella asiatica alla tradizionale europea.











domenica 16 ottobre 2022

Franciacorta Cavalleri Blanc de Blancs Nature

 
Uno Chardonnay in purezza, con uve fermentate all’85% in acciaio e 15% in botti di rovere. 
Una piccola percentuale di vendemmie di vecchie annate, concorre alla composizione della cuvée con appena 2 gr di dosaggio, un vero Nature.
Il risultato è una bollicina elegante, potente, dal colore giallo oro bellissimo, cremosa, ricca, con sentori di frutta gialla, pane, un centro bocca burroso, e un finale sapido, salino e agrumato.
Un sorso dinamico e vibrante che accompagna volentieri piatti ricchi a base di pesce, anche crudo e speziati.
Un vino che  appaga, goloso, occhi, palato e naso.
Evoè!


giovedì 19 maggio 2022

I VINI DELLE ISOLE MINORI


Lorenzo Colombo ha avuto davvero una bellissima idea proponendo di assaggiare alcuni vini, ben undici, delle isole minori italiane.
In molti casi si tratta di produzioni piccole, piccolissime, condotte in mezzo a mille difficoltà, per la mancanza di acqua oppure per le difficoltà di reperimento dei materiali.
Abbiamo così degustato con l'Onav di Lecco, delle vere chicche rarissime come la Dorona di Venezia dell'isola di Sant'Erasmo nella Laguna, in versione Pet-Nat, un superbo passito di Malvasia delle Lipari 2016 dell'isola di Vulcano della Cantina Punta Aria e fra gli altri il sempre affascinante Kabir di Donnafugata.


“Negosian de vin Bon!” Finalmente sono riuscito ad assaggiare il vino di Venezia, da piccolissimo vigneto nella Laguna sull’Isola di Sant’Erasmo. È un Pet-Nat rifermentato in bottiglia con fondo. Molto interessante, e la sapidità la fa da padrona. Dorona Criterio .




























Infine, una menzione particolare va al Pandataria 2020, blend di Greco, Falanghina e Fiano di Candidaterra per eleganza e complessità.
Evoè!


mercoledì 4 maggio 2022

Cristal, lo champagne dello Zar di Louis Roederer

Quasi centocinquanta anni fa, nel 1876,
su richiesta espressa dallo Zar di Russia Alessandro II, Louis Roederer realizzò una cuvée particolarmente pregiata di champagne.
Lo Zar entusiasta del vino, per renderlo ancora più esclusivo, chiese di mettere quella delizia liquida in bottiglie di puro cristallo trasparente, da qui il nome di questa icona dello champagne.
Ma non solo, Alessandro II chiese anche di rendere piatto il fondo della bottiglia.
Il perché è da ricercare in quegli anni turbolenti di attentati dinamitardi a opera dei rivoluzionari russi, avversi al regime imperiale degli Zar. 
Infatti la bottiglia trasparente e il fondo piatto, garantivano che nessun ordigno esplosivo potesse essere nascosto all'interno delle bottiglie servite al tavolo dello Zar.

Evoè!  


venerdì 22 aprile 2022

Seminario Nebbiolo, seconda parte.

 

Boca, Gattinara, Bramaterra Lessona, Carema, Val Camonica, Valtellina e Val D'Ossola.
Cosa hanno in comune tutte queste denominazioni che attraversano tutto il versante pedemontano dal Piemonte e della Lombardia?
Sua Maestà il Nebbiolo.
In purezza come a Gattinara, insieme alla Vespolina come in Boca oppure con la Croatina a Bramaterra, ma sempre con il Re dei vini italiani protagonista.
Insieme a Marzia Pinotti e Daniela Guiducci, abbiamo approfondito ogni denominazione, cogliendo le differenze e le affinità fra le varie espressioni territoriali del Nebbiolo.
L'estrema eleganza del Gattinara di Travaglini, la potenza sanguigna e ruspante del Bramaterra di Antoniotti e le spezie della Stella Retica Valtellina.


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giovedì 21 aprile 2022

Il miglior Pinot Nero italiano dell'annata 2019

 

And the winner is... 
I vini del Trentino Alto Adige fanno la parte del leone nella classifica.
Il podio è tutto loro, con Anrar della Cantina AndrianoBaltasius della Tenuta Schloss EnglarSanct Valentin della Cantina San Michele Appiano.
Trentacinque enologi di tutta Italia hanno degustato e valutato alla cieca 87 Pinot Neri provenienti da ogni parte del territorio nazionale:
Alto Adige, Trentino, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Abruzzo.
A partire da venerdì 29 aprile a lunedì 2 maggio, previo registrazione, presso l’Ospizio di San Floriano a Laghetti, vicino Egna. Nel corso delle degustazioni, della durata di due ore, gli interessati possono degustare tutti gli 87 Pinot Neri presentati.





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domenica 10 aprile 2022

Aleatico Doc Lubaco Riserva 2015 Cantina Terracruda

Aleatico nelle Marche, a Fratterosa nelle bellissime colline sopra Pesaro, (se non ci siete mai stati, andateci!) l'azienda Terracruda produce questo vino da un  biotipo autoctono di aleatico, che qui era chiamato Vernaccia di Pergola.
Una lunga macerazione di oltre venti giorni e un successivo affinamento in barrique di rovere francese da 12 fino a 18 mesi sulle fecce fini con battonage continuo, regala un'espressione di Aleatico memorabile.
Intensi sentori di fiori rossi, garofano, rosa  e iris, e frutti rossi di bosco pervadono il naso ponendolo sul calice, in bocca l'acidità molto piacevole fa da guida alla vaniglia, la frutta rossa matura, le spezie dolci, la sapidità minerale e il balsamico finale.

Un vino dal fascino innegabile, dalle note eleganti e profonde, un vero outsider vincente.
Un grande vino, non per nulla pluripremiato.
Evoè!


 

giovedì 17 marzo 2022

Coda di Volpe Dop Albus 2020 Cantina Giovanni Molettieri

 

Coda di Volpe Dop Albus 2020 Cantina Giovanni Molettieri.
La Coda di Volpe è un vitigno antichissimo, di cui si hanno notizie già ai tempi dell'antica Roma, come riporta Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia: "Cauda Vulpium".
Il nome deriva dalla forma caratteristica del grappolo dell'uva, che ricorda la coda delle volpi.
La zona dove ha trovato le condizioni più favorevoli per la diffusione e coltivazione, è l'Irpinia ma anche nel Beneventano e ai piedi del Vesuvio.
Questa eccellente versione di Giovanni Molettieri al naso è assolutamente ammaliante e complessa.
Domina al primo impatto la pera Williams e la pesca, poi frutta tropicale, spezie dolci e fiori gialli.
In bocca conferma tutto, con un sorso molto dinamico che approccia con la frutta bianca per poi passare al mango e la banana e infine chiudere con una sensazione agrumata e un finale leggermente mandorlato.
Ha una sapidità molto piacevole che esalta ancora di più la sensazione della frutta.
Abbinato a una spigola cotta al forno alle erbe mediterranee, si dimostra un compagno perfetto per danzare con armonia fra le pieghe del gusto.
Splendido.
Evoè! 

mercoledì 2 marzo 2022

Taurasi Docg 2015 Roboris di Giovanni Molettieri

Taurasi Docg 2015 Roboris di Giovanni Molettieri.
Taurasi, l'essenza dell'Aglianico, antichissimo vitigno portato in Italia sicuramente dai coloni greci che fondarono le città della Magna Grecia.
Spesso descritto come il "Barolo" del Sud, in realtà ha in sé caratteristiche ben delineate che non necessitano di accostamenti a nessun altro vino, seppur prestigioso.
Il tannino esuberante ha bisogno del legno per affinarsi e tempo, tanto tempo, per diventare un vino elegante senza perdere potenza di frutto e dinamicità nel sorso.
Al naso frutti neri, toni cupi di liquirizia, leggerezza di violetta appassita, ribes, petali di rosa e balsamicità, ma è in bocca che ammalia e convince.
Con una bella costata alla brace, si accompagna perfettamente alla succulenza della carne, esaltandone il sapore.
Evoè.




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